Il vino è sicuramente il prodotto che più risente dell'esigenza di esaltare la propria identità e di mettere in evidenza il legame con il proprio luogo d'origine, nel contesto della tutela della qualità delle produzioni, e, al contempo, dell'ambiente e del paesaggio.
L'attitudine di differenti zone di un territorio alla coltura della vite viene studiata attraverso "zonazioni" che ricercano le interazioni tra i vitigni e l'ambiente. La vocazione ambientale scaturisce dall'interazione tra le informazioni climatiche, pedologiche, colturali e l'espressione vegetativa e produttiva dei vitigni. A partire dagli anni '80 gli studi di zonazione viticola hanno assunto un carattere interdisciplinare volto a favorire una conoscenza "integrale" dell'ambiente, funzionale ad una adeguata politica di sviluppo e valorizzazione del settore vinicolo.
Attraverso questo strumento è possibile ad esempio:
-pianificare l’attività viticola per offrire al consumatore la parte migliore delle produzioni d’area e programmare nuovi impianti in considerazione delle conoscenze sui suoli.
-elaborare proposte di revisione o ampliamento delle zone D.O.C;
-contribuire alla conoscenza e valorizzazione del territorio d’origine;
-verificare e "motivare" la tipicità di vitigni tradizionali in via di abbandono al fine di incentivarne la reintroduzione.
In Emilia-Romagna gli studi che coinvolgono i rapporti suolo-vite si sono diffusi interessando quasi tutte le aree DOC. Anche in Emilia-Romagna sono stati realizzati diversi studi per la ricerca delle relazioni tra suolo, vite e vino, attraverso gruppi di lavoro interdisciplinari a cui hanno partecipato gli sperimentatori di CRPV e ASTRA, i ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, i pedologi I.TER, e i tecnici esperti in vitivinicoltura che operano nel territorio regionale. Le informazioni seguenti sono il risultato di queste collaborazioni.